Come gestire i risvegli notturni dei bambini: cause e consigli

Ultimo aggiornamento: 03.12.24

 

Come in tutte le fasi di crescita, anche per il sonno è importante considerare i bisogni e la personalità del proprio bambino per affrontare al meglio i risvegli notturni e favorire il ritmo circadiano. Ecco alcuni consigli per aiutarlo a dormire serenamente.

 

Secondo uno studio condotto dall’American Academy of Pediatrics dell’Illinois, il 25% dei bambini al di sotto dei cinque anni soffre di disturbi del sonno, mentre in età scolare (da 6 a 12 anni) la percentuale si attesta al 10-12%.

Le cause possono essere molteplici, dai ritmi frenetici della vita moderna all’aumento delle luci artificiali, passando anche per l’utilizzo sempre più precoce dei dispositivi elettronici. Dormire poco ha conseguenze devastanti sulla salute e sulla qualità della vita dei piccoli, ma anche dei loro genitori che, spesso, non sanno come gestire e risolvere al meglio il problema dei risvegli notturni. Il sonno svolge, infatti, un ruolo fondamentale nello sviluppo delle giovani menti: oltre ad avere un effetto diretto sull’umore, influisce sulle prestazioni cognitive migliorando la concentrazione e l’apprendimento.

Se avete già passato una nottata senza sonno andando e venendo dalla cameretta del bimbo per cercare di tranquillizzarlo e farlo addormentare di nuovo nel suo lettino o nella culla, è opportuno trovare tempestivamente una soluzione per favorire il ritmo sonno-veglia e aiutarlo a dormire serenamente. Vediamo, dunque, quali sono i principali motivi per cui i bambini non dormono bene e cosa possono fare i genitori per evitare che i propri figli si sveglino di notte. 

 

I disturbi del sonno nei bambini

Durante le prime fasi di crescita, uno o più risvegli nel cuore della notte sono del tutto normali e molti bambini hanno la capacità di riaddormentarsi da soli. Se la frequenza con cui si verificano questi episodi non è eccessiva, mamma e papà non avranno motivo di preoccuparsi perché, nella maggior parte dei casi, i problemi di sonno nei bambini hanno una durata breve e spesso si risolvono spontaneamente senza bisogno di alcun trattamento.

Al contrario, se un neonato non dorme o ha un sonno disturbato da frequenti e prolungati risvegli è opportuno indagare a fondo sulle possibili cause del problema per capire se sia sintomo di un disturbo del sonno. A dispetto di quando si possa pensare, questi disturbi sono piuttosto frequenti tra i bambini e possono manifestarsi a diverse età con evoluzioni e conseguenze diverse che vanno valutate caso per caso, tenendo conto dei bisogni e della personalità del piccolo paziente.

Nella prima infanzia, per esempio, predominano le difficoltà di addormentamento, il sonno agitato e i disturbi respiratori notturni (come la sindrome delle apnee ostruttive). Nelle fasi successive possono fare la loro comparsa le alterazioni del ritmo circadiano associate a un aumento del rischio di sviluppare disturbi cognitivi, stress e difficoltà di concentrazione durante il giorno, mentre in età adolescenziale i problemi legati alla scarsa igiene del sonno vengono agevolati dagli stili di vita scorretti.

I disturbi del sonno più comuni sono l’insonnia (che colpisce il 20-30% dei bambini), le parasonnie (18%), i disturbi del movimento legati al riposo (7%) e le ipersonnie (2%). Qualora si sospetti che il proprio figlio soffra di uno di questi disturbi, ci sono alcuni segnali a cui è bene prestare attenzione, come il forte russamento, le apnee notturne e la respirazione forzata o difficoltosa.

Anche di giorno possono manifestarsi dei sintomi che fungono da campanelli d’allarme: se il piccolo appare irritato e iperattivo, mostrando un deficit di attenzione o uno scarso rendimento scolastico, potrebbe significare che ha dormito poco o male, condizione che inevitabilmente influisce sulle prestazioni cognitive e sulla concentrazione. In questi casi, è opportuno parlarne con il pediatra per trovare una soluzione idonea che permetta al bimbo di dormire serenamente, evitando che il problema abbia ripercussioni sulla sua salute psicofisica.

 

Il neonato dorme poco? Ecco da cosa può dipendere

Come accennato, non riuscire a dormire o svegliarsi di notte con una certa frequenza è un problema piuttosto comune tra i bambini, quindi prima di fasi prendere dal panico è importante capire quanto deve dormire un neonato per un corretto sviluppo psicofisico.  Innanzitutto, bisogna chiarire che il fabbisogno di sonno non è uguale per tutti i bambini: dalla nascita fino ai tre mesi dovrebbero dormire dalle 16 alle 18 ore al giorno, suddivise in cicli di tre-quattro ore tra un riposino e l’altro. 

Tra le nove e le diciotto settimana avviene la cosiddetta regressione del sonno che porterà il piccolo a dormire per periodi più brevi durante il giorno e per più tempo di notte, mentre a partire dal primo anno di vita il ritmo sonno-veglia diventerà più simile a quello dei genitori, dormendo tra le 11 e le 14 ore al giorno, riposini diurni compresi.

Ciò premesso, vediamo ora come affrontare il problema dei risvegli notturni senza assumere atteggiamenti controproducenti al contesto. Per un neonato di 2 mesi, questi risvegli sono quasi sempre legati a un bisogno specifico o qualche piccolo problema, tipo la fame, il pannolino bagnato, le colichette o anche la febbre. Per i bimbi più grandicelli, invece, il risveglio notturno può essere sintomo di disagi di diversa natura, come il trauma da separazione e il pavor notturno, ossia quando il bambino si sveglia di notte piangendo in preda a uno stato di agitazione intensa, non necessariamente legato a traumi o problemi emotivi o relazionali. 

E, poi, ci sono i tanto temuti incubi notturni che si verificano generalmente nella fase REM del sonno: se il piccolo ha fatto un sogno terrificante e spaventoso, una volta sveglio sarà perfettamente in grado di ricordarne i dettagli, iniziando quindi a piangere, agitarsi e chiamare a squarciagola i suoi genitori. Questi incubi, naturalmente, non sono motivo di allarme a meno che non si verifichino con una certa frequenza, nel qual caso sarebbe opportuno tenere un diario del sonno per individuare la causa scatenante (periodi di stress, pasti troppo pesanti prima di andare a letto o programmi televisivi con contenuti non adatti ai piccoli). 

 

Risvegli notturni bambini: come gestirli al meglio

Per affrontare nel miglior modo possibile i risvegli notturni dei piccoli, il primo consiglio è quello di indagare sull’origine del problema: fame, sete, pannolino da cambiare, caldo e dolori fisici sono tra le cause più frequenti del sonno disturbato del neonato. Una volta risolto il problema il bambino dovrebbe riaddormentarsi facilmente e trascorrere una notte più serena. Se, invece, il risveglio notturno è dovuto all’ansia, alla paura o al ritrovarsi da solo e al buio nella propria camera, la prima cosa da fare è rassicurare il piccolo e farlo sentire protetto, magari cantandogli una ninna nanna o sussurrandogli parole dolci.

Un altro consiglio su come abituare il bambino a dormire nella sua cameretta è acquistare un letto montessori per permettergli di avere una buona visuale della stanza in cui si trova e raggiungere i genitori in qualsiasi momento senza dover ricorrere al pianto per attirare la loro attenzione.

Infine, un altro valido rimedio contro i risvegli notturni potrebbe essere quello di fornire al bambino un “oggetto transizionale”, come un orsacchiotto, il ciuccio o una piccola luce notturna, che abbia un effetto rilassante e lo aiuti a vincere la paura del buio.

 

 

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