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CONTENUTI

  • Disturbi del sonno nei bambini
  • Il sonnambulismo nei bambini
  • Difficoltà respiratorie
  • L’igiene del sonno
  • Quando i risvegli notturni sono un disturbo

Disturbi del sonno nei bambini: quali sono e cosa fare

by ContentP Ultimo aggiornamento: 16.08.22
Ultimo aggiornamento: 16.08.22

 

Quando è corretto parlare di disturbo del sonno nei bambini? Quante ore di sonno servono all’organismo in pieno sviluppo per progredire nella sua crescita? Ecco le risposte

 

Si parla di disturbi del sonno dei bambini quando si manifestano comportamenti anomali durante il periodo di riposo notturno. Le anomalie comprendono manifestazioni diverse, come il pavor nocturnus o il sonnambulismo. Le difficoltà a prendere sonno, o a dormire per tutta la notte devono essere lette, invece, in base all’età del bambino tenendo presente che spesso possono essere fisiologiche e associate alle tappe dello sviluppo.

Durante il riposo, tanto da piccoli che in età adulta, viene secreto l’ormone della crescita. Utile durante le fasi di rigenerazione del corpo a ogni età, è indispensabile per favorire la crescita del bambini. Anche per questo motivo è così importante garantire le ore di sonno necessarie al bambino sin dalla nascita. In epoca neonatale l’ammontare delle ore dormite nel corso di una giornata può raggiungere le 19 ore. Ma ogni ciclo del sonno, dall’addormentamento alla veglia può durare anche pochi minuti, il più delle volte non supera la manciata di ore.

Ragioni fisiologiche legate allo sviluppo ancestrale dei nostri avi, agiscono direttamente sul cervello del neonato che risponde a stimoli precisi. L’influenza del mondo esterno è ancora minima, nella pancia ha percepito che il giorno e la notte si alternano, ma sarà solo vivendo insieme alla famiglia che poco a poco adeguerà il comportamento innato a quello sociale, allungando la durata del sonno notturno.

Disturbi del sonno nei bambini

Ci sono due classi di disturbi che si possono identificare quando si parla di bambini: quelli legati a una condizione fisica che ostacola il sonno, per esempio il naso chiuso; quelli legati alla sfera neuronale e ai comportamenti del cervello ancora immaturo, è il caso del sonnambulismo o del pavor notturno.

 

Il sonnambulismo nei bambini

Fenomeno frequente soprattutto durante i primi anni di vita, di solito accompagna l’individuo che lo manifesta fino alle soglie della vita adulta. Si tratta di un fenomeno di per sé innocuo, non porta conseguenze e avviene nella fase del sonno profondo, cioè non lascia traccia del suo passaggio nella memoria al risveglio. È comune in questa fase parlare nel sonno, a volte ci si può alzare dal letto e compiere dei gesti quotidiani. Si ripetono le azioni che si eseguono ogni giorno in maniera del tutto inconsapevole, chi è sveglio e si accorge di quello che sta succedendo deve fare in modo da rendere l’ambiente circostante sicuro.

Tra le parasonnie, il terrore notturno è meno raro di quanto si pensi, seppure si tratti di un disturbo senza gravi complicazioni e che sparisce presto da sé. Di per sé terrorizzante per chi vi assiste, non rappresenta un vero problema per il bambino. Questo tipo di disturbo si risolve da sé col passare del tempo. Saranno invece i genitori a dover organizzare dei turni per assicurare al bambino la necessaria attenzione. L’unica cosa che si raccomanda di fare è vigilare che il bambino non si faccia male durante questi episodi che possono essere anche molto violenti. Per questo è utile che la responsabilità della veglia non ricada su un solo genitore.

Difficoltà respiratorie

Il nasino chiuso è un’altra condizione che porta frequenti disturbi del riposo nel bambino. Allergie e raffreddori possono causare la cattiva respirazione, dettaglio non da poco. Almeno per i primi sei mesi il neonato non è in grado di respirare con la bocca e per questo è importante che il naso sia ben pulito. Lavaggi con soluzione salina e aspiratore diventano la routine di tanti genitori alle prese con il neonato.

In seguito, anche se il bambino avrà imparato a respirare con la bocca, sarà importante curare l’igiene del naso per evitare che la cattiva respirazione infici la qualità del sonno. Nel caso di soggetti allergici, le terapie per liberare le narici includono anche una particolare attenzione per l’ambiente domestico. I bimbi che dormono nel letto Montessori rasoterra devono avere un ambiente sempre pulito e libero da polvere. Nel caso di allergie inalatorie, bisogna fare attenzione a che i sacchetti per aspirapolvere per pulire a fondo l’area, non rilascino nella stanza microparticelle responsabili di provocare allergia.

 

L’igiene del sonno

Anche se il sonno è una necessità fisiologica, il suo ritmo dall’addormentamento al risveglio risponde soprattutto a delle abitudini. Quindi saranno i genitori a insegnare al piccolo come addormentarsi. Per farlo, il piccolo apprende per imitazione. Superata la fase neonatale caratterizzata da risvegli fisiologici frequenti durante la notte, il piccolo apprende dai genitori come fare.

La ripetizione degli stessi gesti quotidiani è utile a instaurare una routine che facilita il sonno. Quindi i preparativi, i rituali associati all’addormentamento, il rispetto degli orari alla sera e alla mattina, sono tutti elementi essenziali per insegnare al piccolo come prendere sonno.

Quando i risvegli notturni sono un disturbo

Tra gli spauracchi che aleggiano nella mente di un neo genitore ci sono gli estranei/familiari che a turno chiedono se il bebè è bravo e se dorme. Soprattutto se fa dormire. Purtroppo sulla fisiologia del sonno del neonato c’è una conoscenza poco approfondita e spesso i ritmi del bebè sono in netto contrasto con quelli dell’adulto. I cicli del sonno del neonato sono estremamente brevi e frequenti, quindi è vero che trascorre buona parte della giornata dormendo, ma per periodi spesso molto brevi. Quando si dice che il neonato non dorme in realtà si vorrebbe dire che non dorme tanto da lasciare all’adulto il tempo di rigenerarsi e riposare, almeno 6 ore consecutive.

Col passare del tempo, le abitudini del sonno si adeguano a quelle del resto della famiglia prolungando la fase di sonno senza risvegli. Invece di intervenire somministrando melatonina per bambini, è utile pianificare una strategia che permetta ai genitori di darsi il cambio fintanto che la fase iniziale ceda il posto alla regolare alternanza del sonno notturno e la veglia diurna.

 

 

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