Dà diritto ad agevolazioni salariali e vale di più ai fini pensionistici, ma c’è un motivo: lavorare di notte è logorante e deve seguire precise regole
Il lavoro notturno segue una disciplina speciale perché è inteso come altamente usurante e quindi devono essere garantite maggiori tutele. Ogni categoria professionale segue una propria metodologia per quanto riguarda le maggiorazioni sulla paga. Invece, per tutti vale l’obbligo di verificare che sussistano le condizioni perché si possa svolgere il lavoro da mezzanotte alle 5.00 del mattino senza rischi per la salute.
Ogni contratto nazionale del lavoro disciplina le regole specifiche attuate in base alla categoria d’appartenenza. Quindi è bene verificare con attenzione quanto normato dai sindacati di categoria rispetto al proprio ambito lavorativo. Il datore di lavoro è tenuto a uniformarsi a quanto stabilito nel CCNL e predisporre le condizioni ideali per il suo svolgimento.
A differenza dell’attrezzatura usata per la sicurezza sul lavoro, dai tappi per le orecchie alle attrezzature specifiche, quando si tratta di tutelare il lavoratore notturno deve essere accertata l’idoneità fisica del lavoratore per lo svolgimento di tali mansioni. Il mancato rispetto di questi criteri comporta un grave rischio per il datore di lavoro che potrebbe essere soggetto a multe da 1.540€ a 4.131€.
Cosa si intende per orario notturno
Per rispondere alla definizione secondo la disciplina del lavoro notturno, il turno di notte deve essere svolto almeno per tre ore nell’arco temporale che va dalle 00.00 alle 5.00 del mattino seguente. Anche la frequenza con cui si svolgono queste mansioni determina la possibilità di definire il lavoratore come notturno. Infatti, la norma determina che si debbano svolgere almeno 80 giorni lavorativi l’anno in questa fascia oraria per poter rientrare in questa categoria.
Le implicazioni non sono da poco, oltre a una maggiorazione sullo stipendio che varia in base al contesto lavorativo, il lavoratore può rivalersi di benefici sul calcolo dell’età pensionistica.
Va detto che ogni CCNL ha il proprio criterio per stabilire la durata e il numero delle giornate massime annuali. Se non si può parlare di lavoro notturno al di sotto delle 80 giornate, la norma non pone un vincolo preciso al massimo di notti lavorate in un anno. Sarà bene quindi documentarsi e chiedere chiarimenti per eseguire il corretto calcolo delle ore da fatturare in modo diverso sullo stipendio. Bisognerà anche verificare quale sia il calcolatore limiti utilizzato dall’ufficio del personale per tale valutazione e come viene riportato nella relativa voce della busta paga.
Quali sono le condizioni per lavorare di notte
La scelta di adibire dei dipendenti al turno notturno non può essere arbitraria. Il datore di lavoro infatti è tenuto al rispetto di determinate condizioni oltre a dover verificare che sussistano le condizioni personali perché il dipendente scelto possa svolgere tali mansioni. Il medico competente cui fa riferimento l’azienda deve elaborare una diagnosi in cui si evinca che il lavoratore è in condizioni psicofisiche adeguate.
Esistono anche limiti oggettivi che sono imposti dalla legge e valgono per tutti. È il caso dell’esonero da lavoro notturno per età che deve essere superiore a 18 anni. Si attuano limitazioni anche alle gestanti, ai genitori con figli sotto i 3 anni oppure 12 nel caso di essere genitori single. Anche chi usufruisce dei permessi legati alla Legge 104 perché assiste una persona in stato di necessità in famiglia, è esonerato dal turno di notte.
Il datore di lavoro deve comunicare alle autorità competenti in materia di tutela del lavoro le condizioni poste in essere. Quindi dovrà specificare come vengono stabiliti i turni, quali sono i dipendenti che li coprono e in che condizioni psicofisiche si trovano. Le verifiche attente permettono lo svolgimento dell’attività professionale nelle migliori condizioni auspicabili e per questo è importante che vengano rispettate con scrupolosità.
Lavoro notturno: quanto è pagato
Uno degli aspetti più rilevanti nella decisione di accettare la mansione notturna è il beneficio economico che ne deriva. Potrebbe essere poco o molto vantaggioso in base al parametro utilizzato dal CCNL oppure dal numero effettivo di turni notturni da svolgere.
Nel calcolo dello stipendio il turno di notte potrebbe incidere con una maggiorazione che va dal 20% al 60% in base a diversi parametri. Uno tra i contratti più vantaggiosi e meglio strutturati è quello dei metalmeccanici, per questa categoria che svolge di per sé un lavoro altamente usurante, sono previsti benefit specifici a seconda delle diverse condizioni di lavoro. Per esempio, la maggiorazione fino alle ore 22.00 è del 20% che diventa il 30% fino alle 5.00; infine può raggiungere il 60% se si svolge in un giorno festivo.
Il lavoro notturno ha retribuzione maggiore anche nel lungo termine, infatti nel computo delle giornate lavorate e che sommano ai fini del calcolo pensionistico si calcolano con un coefficiente di 1,5. Anche qui bisogna valutare bene come calcolare i limiti applicati a questa condizione specifica. Il coefficiente si applica solo quando i lavoratori svolgono almeno 6 ore di turno notturno per ogni giornata.
Ancora una volta, è bene verificare con attenzione le specifiche contenute nel proprio contratto di riferimento. Il datore di lavoro ha la possibilità di eccedere le indicazioni fornite in questo documento collettivo in termini di retribuzione e di vantaggi per il lavoratore, ma non può scendere al di sotto della soglia minima prevista per nessuno degli aspetti salienti.
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