La terapia della luce nella cura della depressione

Ultimo aggiornamento: 08.05.24

 

La fototerapia è una tecnica che ha lo scopo di curare vari disturbi, da quelli dermatologici a quelli del sonno. Vediamo insieme di cosa si tratta e come può esservi utile

 

La fototerapia o terapia della luce è una tecnica che sfrutta appunto il potere curativo della luce per patologie di ogni tipo, incluse quelle psichiatriche. Se avete problemi di vario genere e avete davvero provato di tutto, date una chance a questa tecnica che può dare grandi benefìci.

Come funziona? Durante la seduta il soggetto viene messo in prossimità di una fonte di luce che può essere tanto naturale, come il sole, quanto artificiale, come una lampada per fototerapia.

Il tempo di esposizione è variabile e può andare dalla mezz’ora alle due ore, ma si preferisce il mattino come momento per la terapia. Questa light therapy si effettua emanando la luce, che simula quella reale, andando così a stimolare la chimica che agisce sul cervello, migliorando l’umore e agendo sui ritmi circadiani.  

In questa tecnica le forme di luce  possono essere differenti e cambiare in base non solo alla tipologia ma anche per colore e intensità. Per fare un esempio, con la lampada fototerapia si simula la radiazione solare mentre con il cosiddetto “soft laser”, che è a bassa intensità, si punta un raggio luminoso solo sulla zona che si intende trattare. 

Storia della fototerapia

Dobbiamo ritornare agli anni ‘80 per comprendere come nasce questa tecnica, ovvero in seguito allo studio di una forma di depressione molto particolare, ovvero la SAD, il disturbo affettivo stagionale.

La definizione di questa forma si basa proprio sull’osservazione che, quando il soggetto viene esposto alla luce artificiale, i sintomi tendono a regredire. Partendo da questo presupposto, la fototerapia si è rivelata molto utile anche nel trattamento dei disturbi del sonno.

Per questo motivo viene usata per chi soffre di insonnia, di disturbi dei ritmi circadiani e di problemi che, in ogni caso coinvolgono il corretto riposo notturno. Si ricorre alla luce terapia  quando il soggetto non risponde bene o non risponde affatto alla somministrazione farmacologica oppure che incontra effetti collaterali in questa. 

C’è però da sottolineare che la fototerapia è valida nella cura della SAD e anche per patologie come dermatite seborroica psoriasi  e così via, ma non sempre in alcuni casi di depressione e nei disturbi alimentari.

Di conseguenza, è bene non affidarsi completamente alla lampada che riproduce luce solare per queste patologie, ma valutare attentamente con il medico quali siano i reali benefici che se ne possono avere. 

Tipologie di fototerapia

Grazie a questa tecnica è possibile curare diverse tipologie di disturbi: per esempio, se la luce naturale è indispensabile per migliorare alcuni problemi dermatologici, la fototerapia usa la lampada ultravioletta a diverse lunghezze d’onda.

Nel caso di problemi come la psoriasi o la dermatite seboreica, i raggi UV vengono filtrati tramite una light box, in modo che non ci siano danni alla pelle ma anche agli occhi. Sono diverse le tipologie di trattamento che si possono applicare ai vari problemi:

  • Lo spettro ultravioletto completo o UVB a banda larga
  • Una piccola parte dello spettro UVB, quindi a banda stretta
  • L’unione delle radiazioni dello spettro UVA con lo Psoralen, un farmaco che aumenta l’effetto dei raggi UVA sulla pelle: questo trattamento è P-UVA
  • La terapia fotodinamica, che usa composti atossici fotosensibilizzanti, che vengono attivati da fasci di luce e a lunghezza d’onda fissa. Quando vengono attivati, questi farmaci diventano tossici solo per le cellule maligne.

 

Chi può sottoporsi a questa tecnica?

Ma quali sono i casi in cui sottoporsi alla fototerapia apporta grandi benefìci? Sicuramente si tratta di una tecnica che ha ottimi effetti sul disturbo affettivo stagionale e contro la depressione e problemi legati al corretto sonno.

Chi ha patologie come l’eczema seborroico o la psoriasi, può trarne grande giovamento. Fototerapia effetti collaterali, ce ne sono? Pochi, in quanto si tratta di un metodo sicuro, che va anche ad agire sull’effetto dei farmaci antidepressivi, rendendoli ancora più efficaci.

Anzi, chi riesce ad averne grandi benefìci, può anche interrompere o diminuire la dose di trattamento farmacologico. 

Per quali patologie si sta studiando la fototerapia?

Oltre a quelle che vi abbiamo da poco detto, ci sono altre patologie che possono essere curate con la fototerapia: oltre alla SAD, infatti, è all’esame per altri tipi di problemi che possono affliggere, anche in maniera importante, la vita di tutti i giorni.

Parliamo, per esempio, del jet lag, dei più comuni disturbi del sonno, uniti a quelli dell’umore e anche all’ansia. Se ne studia la validità contro le alterazioni del ritmo circadiano, sia per quanto concerne i problemi legati al cambio delle stagioni, sia per le alterazioni di ormoni quali la serotonina, la noradrenalina e la dopamina. 

Oltre alla già citata SAD, ci sono altre forme di depressione sulle quali si stanno sperimentano gli effetti, come quella unipolare, la maggiore, la pre e post partum. Non solo, in quanto si rivela utile anche per l’ADHD, la demenza, quindi l’Alzheimer, il morbo di Parkinson, la già citata psoriasi, la bulimia o anche l’anoressia. 

Si tratta di un elemento valido anche contro il DDPM, ovvero il disturbo disforico mestruale.

I successi contro la psoriasi

Chi ha purtroppo la sfortuna di avere questa patologia, sa quanto sia fastidiosa e, in molti casi, anche dolorosa. Fortunatamente la light therapy ha il vantaggio di ridurre il processo infiammatorio, grazie alla radiazione e ai raggi ultravioletti, per cui potrete rivolgervi con tranquillità a un terapista che la esegua, anche con l’aiuto di farmaci specifici.

Quando andrete a dormire e accenderete la vostra luce notturna potrete essere sicuri che il problema verrà notevolmente ridotto da un’altra tipologia di luce, con grande beneficio non solo dal punto di vista estetico ma anche per la riduzione del dolore che spesso questa patologia causa.

 

 

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