Il sonno polifasico noto anche come “sonno dei geni” o “sonno dei neonati”, è una condizione di riposo suddivisa in più tempi. Ma come avviene?
Secondo la scienza, ogni persona dovrebbe dormire almeno sette/otto ore per poter riposare in maniera corretta e per consentire al corpo e alla mente di rigenerarsi. Dormire sei ore o meno, non sarebbe sufficiente a ristorarvi completamente dalla stanchezza accumulata durante il giorno.
In realtà questa regola non è universale o meglio non vale proprio per tutti gli individui e soprattutto varia in base all’età del soggetto.
Le fasi del sonno
Il sonno è un bisogno fisiologico, che nel corso della vita di un essere umano, varia in termini di frequenza e di durata. Per distinguere meglio i diversi processi di riposo, possiamo suddividerli in tre fasi principali: sonno polifasico, sonno bifasico e sonno monofasico.
Solitamente il sonno polifasico caratterizza la prima infanzia, poi passa a bifasico nei bambini e infine diviene monofasico nell’età adulta (tarato sulla normale routine giorno/notte).
Tuttavia è importante sapere che durante la vecchiaia, si torna nuovamente al ciclo del sonno polifasico, ovvero accade che in questa fase, le attività della giornata sono intervallate da frequenti riposini diurni.
A questo punto è facile intuire che molti personaggi che durante la loro vita hanno fatto cose straordinarie per la collettività, cioè i cosiddetti “geni”, abbiano avuto dei cicli di sonno tutt’altro che ordinari.
Basti pensare al grande Leonardo da Vinci o ad altri nomi che hanno fatto la storia della scienza e non solo: Nikola Tesla, Albert Einstein, Thomas Jefferson, Isaac Newton, Galileo Galilei, Alessandro Magno, Marie Curie, Hedy Lamarr, Alexander Graham Bell, Napoleone Bonaparte, Winston Churchill, ecc.
Si dice che queste persone avessero lo stesso ciclo di sonno dei bambini, vale a dire quello polifasico.
Quanto dormono i geni
Si dice che il genio per eccellenza ovvero Leonardo da Vinci, facesse dei mini cicli di sonno da venti minuti ogni quattro ore, il che significa che nell’arco di una giornata, lo scienziato effettuasse sei periodi di sonno, per un totale di centoventi minuti di riposo e ben ventidue ore di veglia.
Il grande inventore e scienziato Nikola Tesla, alternava fasi di due ore di riposo, mentre Alexander Graham Bell e Thomas Edison effettuavano cicli di sonno da quattro ore ciascuno.
In poche parole, il sonno polifasico consente al corpo di rigenerarsi con più cicli di riposi brevi, anziché con uno lungo e continuo. In pratica si tratta di essere in grado di frazionare il proprio riposo in più “micro sonni” durante l’arco della giornata.
Un esempio attuale di sonno polifasico ci è dato dal noto velista italiano Giovanni Soldini, che durante le sue imprese in solitaria negli oceani, alternava periodi di trenta minuti di riposo a due ore di veglia. Chiaramente in questo caso, lo sportivo non poteva fare diversamente, in quanto doveva governare da solo un’imbarcazione da 14,5 m in mare aperto.
C’è sonno e sonno
Se analizziamo le caratteristiche del sonno polifasico, possiamo notare come queste entrino in contrasto con le canoniche otto ore di una dormita “tradizionale”, che equivale a un riposo sano e ristoratore.
Tuttavia è bene evidenziare che il riposo è una condizione soggettiva, che dipende da diversi fattori: alimentazione, tipo di lavoro, stress, stati emotivi, attività fisica, attività mentale, ecc.
Contrariamente a quanto si può pensare, una dormita troppo lunga, può sovraccaricare il nostro corpo di sonno “REM”, ovvero quella fase del riposo densa di attività onirica. Un eccesso di questo stato, col tempo, può alterare il normale equilibrio dell’orologio biologico e portare l’individuo a soffrire di affaticamento e depressione.
In realtà, la cosa giusta da fare per permettere all’organismo di rigenerarsi in maniera ottimale, è quella di creare delle condizioni ideali per riposare, al fine di agevolare e di aumentare il sonno profondo, ovvero quello stato ipnotico che è in grado di ristorare completamente il corpo e la mente.
È possibile applicare dei modelli di sonno estremi?
Diverse persone che hanno sperimentato per alcuni mesi il sonno polifasico, in alternativa al “tradizionale” sonno pesante continuo, affermano di avere smesso, perché troppo faticoso da sostenere.
Da ciò è facile dedurre che coloro che hanno provato a seguire tale metodo, successivamente hanno riscontrato delle grandi carenze di riposo e pertanto si sono sentiti costretti a gettare la spugna.
Da un punto di vista scientifico, seguendo il sonno polifasico, si altera il regolare ritmo circadiano, ovvero il forte bisogno fisiologico di dormire durante la notte, a causa della mancanza di luce solare.
Tuttavia esistono delle eccezioni, come per esempio in ambito sportivo; infatti coloro che praticano gare ciclistiche o maratone, spesso si affidano a questo metodo. In tal modo, il livello delle prestazioni fisiche viene mantenuto alto, nonostante i tempi ridotti di riposo.
In pratica il sonno polifasico non è per tutti, perché la sua pratica dipende molto dal tipo di attività fisica e psichica che si conduce durante il giorno o la notte.
A ciascuno il suo sonno
Come abbiamo visto, la maggior parte degli esperimenti del sonno polifasico, dopo un po’ di tempo termina con la cessazione della pratica. Oltre alla mancanza di un riposo adeguato, tale modello risulta poco pratico da applicare in un tipo di vita sociale standard.
Se si fa un lavoro che prevede dei turni, è indispensabile sapere con precisione a che ora andare a dormire, o si rischia di non riposare abbastanza da essere produttivi.
Ma cosa succede se non si dorme a sufficienza? La privazione del sonno, può alzare il livello di morte delle cellule cerebrali e causare stanchezza, irritabilità e malumore. Se tale condizione si protrae, i sintomi di una cattiva igiene del sonno possono aggravarsi, provocando nell’individuo: allucinazioni, disorientamento e stati paranoidi.
Consigli per riposare bene
La cosa migliore da fare è adattare il proprio ciclo del sonno allo stile di vita che si conduce. Inoltre è bene riposare su un letto comodo, provvisto di un cuscino antidecubito o in lattice se necessario, a seconda delle proprie necessità. Dormire di pomeriggio o meglio fare la cosiddetta “pennichella”, può aiutare a recuperare le energie perse durante la mattina.
La sera, se avete problemi ad addormentarvi, fate qualche attività rilassante. Per conciliare il sonno, leggete un buon libro, oppure se siete più “tecnologici”, date un’occhiata ai migliori ebook reader presenti in rete e scegliete quello più adatto a soddisfare le vostre esigenze.
DEJA UN COMENTARIO
0 COMENTARIOS