L’eccessiva sonnolenza che si manifesta di giorno rientra tra i fenomeni conosciuti come ipersonnia. Vediamo insieme di cosa si tratta e come contrastarla
Soffrite di una sonnolenza improvvisa durante l’arco della giornata e non sapete spiegarvene la causa? Si tratta probabilmente di ipersonnia, una disfunzione che può comportare effetti anche abbastanza gravi, visto che include non solo un’eccessiva tendenza a dormire la notte ma anche diversi fenomeni, come attacchi di sonno e difficoltà a svegliarsi.
Ma come ci si accorge di questa patologia?
I sintomi
Ma quali sono i sintomi che ci fanno capire che qualcosa non va? Si parte da semplici colpi di sonno diurni fino ad arrivare a una sonnolenza continua e cronica, che prevede anche cefalee, difficoltà a risvegliarsi, a concentrarsi e astenia.
A loro volta, ci sono diversi tipi di ipersonnie, che vanno da quella causata dal non aver dormito sufficientemente, alla pseudoipersonnia (l’aver dormito troppo), a quella causata dall’assunzione di alcuni farmaci che hanno questo effetto collaterale, o a delle malattie, come i disturbi psichiatrici, a quella legata alla cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo.
Ci sono inoltre l’ipersonnia idiopatica e la narcolessia, ovvero quel fenomeno che comporta, nonostante si sia dormito a lungo, il non sentirsi riposato al mattino e quindi il far fatica a risvegliarsi.
Un esempio di ipersonnia cronica è la sindrome di Kleine Levin, una malattia che colpisce per lo più il sesso maschile, tra i dieci e i 20 anni: chi ne soffre sente una forte sonnolenza che lo costringe ad andare a letto e a dormire, anche sognando e agitandosi o meno.
Quando il soggetto è sveglio, invece, è apatico o irrequieto e ha sempre molta fame, tanto da cadere nell’iperfagia, con un conseguente aumento di peso. Una caratteristica di questa patologia è anche la caduta dei freni inibitori, che porta il paziente a fare proposte sessuali esplicite a persone di entrambi i sessi.
Questo fenomeno può avvenire tutti i giorni e poi risolversi gradualmente e spontaneamente; successivamente, il soggetto può essere particolarmente depresso o eccitato, fino allo stato maniacale, e ricordare poco di quanto accaduto.
Quali sono le cause?
L’ipersonnia si presenta anche con un aumento delle ore in cui si dorme, fino a raggiungere e superare anche le dieci ore, con la sonnolenza diurna e dei microsonni involontari, durante la giornata, che non assicurano neppure un buon riposo.
Fare una diagnosi e quindi capire quali siano le cause della sonnolenza non è facile, in quanto si devono escludere altri fattori che potrebbero determinarne l’insorgenza: per fare un esempio, se la notte non riuscite a dormire un tot di ore di fila per vari motivi, come un partner che russa, o perché prendete dei farmaci, o ancora non avete un cuscino adatto.
Solitamente i primi episodi si manifestano tra i 15 e i 30 anni di vita e colpiscono circa un range di quattro e fino a 15 soggetti su 10mila. Molto più grave e importante è la narcolessia, ovvero il sonno improvviso, che è impossibile contrastare. Si tratta di un disturbo cronico che colpisce una o due persone ogni 1000 e che, purtroppo, rimane attivo per sempre.
Se la vostra non è sonnolenza cronica, ma proprio questo fenomeno, lo capite da una serie di elementi:
– eccesso di sonnolenza diurna senza rimedi, quindi incontrastabile e tale da farvi cadere addormentati ovunque vi troviate
– attacchi di sonno giornalieri, che accadono specialmente quando si eseguono attività ripetitive
– davanti a un’emozione molto forte, la perdita di tutte le forze fino anche allo svenimento
– sognare a occhi aperti, con allucinazioni visive
– l’impossibilità di muoversi durante il sonno, nonostante si sia coscienti. In questo caso parliamo di paralisi del sonno, le cui cause sono un prolungamento della fase Rem o, al contrario, un inizio anticipato e improvviso.
Rimedi per l’ipersonnia
Per le conoscenze che abbiamo in questo momento, purtroppo, non è possibile curare queste disfunzioni in maniera definitiva. Tuttavia, è possibile utilizzare alcuni accorgimenti e usare alcuni farmaci che permettono di tenere sotto controllo le varie manifestazioni.
Questi sono essenzialmente gli psicostimolanti, cioè aiutano a tenere sveglio il cervello; in presenza di allucinazioni a occhi aperti, paralisi del sonno e così via, invece, sono utili gli antidepressivi di tipo triciclico e biciclico.
Questo però non basta, in quanto è bene anche impostare una routine che aiuti a stare meglio, oltre che essere ben consapevoli che la propria è una condizione cronica e che quindi non la si può risolvere stando in macchina, con il cellulare acceso, inserito nell’adattatore accendisigari usb, per fare in modo che non si spenga.
Non è opportuno quindi trovare metodi fai da te per stare svegli ma, piuttosto, fare dei riposini ogni due ore, di almeno 15 minuti. Possono aiutare anche le sostanze che tengono sveglio il cervello, come il caffè, la Coca Cola, il tè o il guaranà, ma è bene non mettersi in macchina se non si è dormito almeno 20 minuti e mai per fare un tragitto troppo lungo.
Di contro, è bene anche evitare alcune sostanze, come gli alcolici, oppure non scegliere un lavoro che si svolge durante le ore notturne, e anche, come dicevamo, cercare di creare una routine che aiuti a mantenere costante il ritmo sonno/veglia, come andare a dormire sempre alla stessa ora.
Vista la gravità del fenomeno, è poi fondamentale chiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta, in quanto è naturale che chi ne soffre tenda a deprimersi, a volersi isolare, e a patire, più in generale, di disturbi dell’umore.
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