Parlare nel sonno: cosa rivela questo fenomeno?

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Il sonniloquio è un fenomeno abbastanza comune che può manifestarsi in qualsiasi fase del sonno. Sebbene le cause non siano ancora del tutto chiare, può essere associato a molteplici fattori esterni e interni all’organismo. Vediamo quali sono e quali i possibili rimedi.

 

È successo a tutti, almeno una volta nella vita, di parlare nel sonno. Il termine scientifico che identifica questo fenomeno è sonniloquio, una parasonnia abbastanza diffusa soprattutto tra i bambini e gli adolescenti, che similmente al sonnambulismo e al bruxismo è strettamente legata alla parte inconscia del cervello che si occupa di processare la memoria durante il riposo.

Ma perché si parla nel sonno? E quali sono le possibili cause? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste e altre domande collegate, fornendo informazioni utili per comprendere cosa rivela questa manifestazione dell’attività notturna della mente.

 

Cos’è il sonniloquio

A dispetto di quanto si possa pensare, in fase di riposo le aree del cervello deputate all’immagazzinamento delle informazioni apprese durante la giornata rimangono attive e continuano a formulare pensieri consci.

Contrariamente alle credenze popolari, parlare nel sonno non è una malattia ma un sintomo di affaticamento fisico e mentale che può manifestarsi sia nella fase REM (detta anche “sonno paradossale”) sia nella fase intermedia fra l’addormentamento e il sonno profondo.

Paradossalmente, le onde cerebrali diventano più rapide proprio nel momento in cui il nostro sonno è più profondo, dando vita a un processo di “consolidamento” della memoria che, in alcuni casi, porta a pronunciare frasi strane senza senso o parole facilmente comprensibili. 

Come sottolineato, il lamentarsi nel sonno non è una malattia, ma se il fenomeno dovesse ripetersi con una certa frequenza è buona norma consultare il medico o uno specialista per valutare l’entità del problema o l’eventuale presenza di patologie neurologiche. Inoltre, da alcuni studi scientifici è emerso che a parlare durante il sonno sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, che rispetto agli adulti non hanno ancora sviluppato appieno il coordinamento cerebrale con gli organi coinvolti nella riproduzione della parola.

 

Le cause

Sebbene il parlare nel sonno sia un fenomeno abbastanza comune al giorno d’oggi, le cause scatenanti non sono inequivocabili, ma possono dipendere da diversi fattori. Il principale responsabile del sonniloquio è sicuramente lo stress accumulato durante la giornata, che induce il nostro cervello a formulare pensieri inconsci durante il sonno. A metterci lo zampino spesso sono anche i disturbi comportamentali, che in genere portano a gridare nel sonno e, talvolta, anche a compiere gesti violenti come pugni e calci.

Altri fattori che possono contribuire all’insorgenza del disturbo sono: gli stati febbrili, l’affaticamento fisico, l’assunzione di specifici farmaci, il consumo di cibi e bevande eccitanti prima di coricarsi, l’abuso di sostanze stupefacenti e alcuni disturbi psichici, come la depressione e la schizofrenia. Inoltre, molti ricercatori sostengono che le frasi pronunciate da chi soffre di sonniloquio, anche se spesso appaiono incomprensibili per chi ascolta, in realtà non sono casuali ma determinate da sentimenti, pensieri ed emozioni che il cervello continua a elaborare sia nella fase di sonno profondo (No-Rem) sia in quella più intensa (REM).

Nel primo caso si tratta spesso di grugniti e farfugliamenti senza senso che si manifestano sporadicamente e in maniera lieve, mentre nel secondo le parole pronunciate sono generalmente intelligibili e si può addirittura ridere nel sonno come conseguenza di specifiche percezioni o emozioni vissute durante i sogni.

Come per i sonnambuli, se una persona parla o tende a urlare nel sonno è meglio non svegliarla per evitare traumi o potenziali comportamenti pericolosi per se stesso e gli altri. Si può, invece, provare a interagire con lui con dolcezza per farlo calmare e cercare di riportarlo, per quanto possibile, in uno stato di sonno profondo.

 

Rimedi e consigli utili

Contrariamente a quanto si possa pensare, anche sognare troppo e svegliarsi stanchi sono due concetti strettamente legati tra loro. Durante la notte, infatti, il nostro cervello compie dai 3 ai 5 cicli di sonno, permettendo all’organismo di recuperare le energie spese durante la giornata e attuare i suoi naturali meccanismi di rigenerazione.

Dal momento, però, che mente e corpo sono indissolubilmente collegati, come capita di sentirsi stanchi e spossati dopo un’intensa attività fisica, può accadere che i sogni simulino specifici stati psicofisici nel nostro cervello che possono generare stanchezza fisica anche dopo molte ore di riposo

Tornando al sonniloquio, quando il disturbo dipende da una delle cause viste in precedenza non è necessario ricorrere a farmaci o terapie di tipo neurologico per ridurre le chiacchierate notturne, poiché il più delle volte basta adottare alcune semplici strategie comportamentali per risolvere il problema in modo efficace.

Il primo consiglio riguarda l’alimentazione, laddove consumare un pasto leggero prima di andare a letto ed evitare cibi ricchi di zuccheri permette di non sovraeccitare il sistema nervoso, a tutto vantaggio di un sonno più tranquillo e sereno. Allo stesso modo, sarebbe opportuno non usare computer, cellulari e altri device prima di coricarsi, così da favorire l’addormentamento e ridurre al contempo la stimolazione cerebrale. Anche praticare una leggera attività fisica nelle ore serali può migliorare la qualità del riposo, consentendo all’organismo di allentare la tensione accumulata durante la giornata.

Ovviamente, non è che dovete mettervi a falciare il prato di notte con il tagliaerba a scoppio o partecipare alla maratona di New York, ma piuttosto fare degli esercizi a bassa intensità che non implichino un aumento dell’attività cardiaca e della produzione di adrenalina, come il pilates, lo yoga o semplicemente una passeggiata a ritmo non troppo sostenuto.

Dal momento che anche l’ambiente in cui riposiamo incide sul benessere notturno, l’illuminazione giusta e un sistema di riposo adeguato possono fare la differenza e favorire la fase del sonno profondo. Oltre a scegliere un materasso e una rete che assicurino un adeguato sostegno alla colonna vertebrale, è opportuno anche acquistare un cuscino che incentivi la distensione e l’allineamento del tratto cervicale per raggiungere uno stato di profondo rilassamento.

Infine, per evitare che il parlare nel sonno diventi un’abitudine difficile da perdere, molti esperti consigliano di esprimere le proprie emozioni parlando dei propri stati d’animo con gli altri e svolgendo delle attività costruttive che permettano di sfogarsi durante la giornata.

 

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